giovedì 2 maggio 2013

TRA STORIA E LEGGENDA: "I GUARDIANI DEL GIGLIO"

APPENDICE STORICA E LEGGENDARIA 
DEI GUARDIANI DEL GIGLIO 

…Da un cartiglio anonimo rinvenuto 
…Si narra che nel feudo di Bellumvider, riserva dell’Imperatore, una congrega segreta di nobili cavalieri si ritrovasse ogni anno, la notte di San Giorgio, nell’antro di una profonda grotta alla foresta di Bilici... 
Il vincolo che li aveva uniti era un giuramento di nobile fedeltà alla memoria e alle gesta del loro signore, “del gilio” caduto nella crociata in Terrasanta. 

Il loro sigillo “I Guardiani del Giglio”. 

…perché a guardiani si elessero a difesa di quell’antico casato, nella tutela militare del Regno, e nel governo del paese per lunghi anni a fianco ai Baroni Tagliavia, discendenti illustri di quel Manfredo di Svevia che tanto onore diede delle sue gesta in fedeltà all’Imperatore Frideicus. Avvenne allora che sotto queste insegne del Lilium Rubrum, i Guardiani del Giglio avvicendarono il governo militare di Castriveterani, come casato militare, custodi benevoli dell’etica cavalliera. 

Un “Giglio” rosso campeggia…animae lilim rubricum 
E’ il simbolo di passione; è l'anima travolta dalla passione non controllata contro ogni avversità e contro l’ignavia, è l'anima che sceglie la passione dell’azione di contro alla contemplazione del “giglio bianco”
simbolo di castità e di estraniazione dal quotidiano. Governatori del Giglio, da guardiani, vegliano perché questa passione nobile non si disperda, amministrano le regole del Giglio Rosso nell’impedire la dimenticanza delle gesta del loro signore caduto in battaglia. Il Giglio rosso, detto, “gemmato” (quello che sboccia) è lotta, esso rappresenta la passione della creazione . Il Bonvicini, nell’ultimo paragrafo del suo libro, spiega che << tutte le stagioni artistiche, tutte le correnti gnostico-esoteriche tutte le religioni positive, ricalchino il percorso di un “fiume sotterraneo” che sin dall’antichità ha solcato l’Europa figurativamente in un “giglio” . 
…come sotterranea è la congrega dei cavalieri Guardiani del Giglio, che si aduna nella notte di San Giorgio in quell’antro profondo di grotta, nella foresta dell’Imperatore>>.


Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha rotto tutte le tempeste: abbiamo conseguito il premio desiderato.
Il porto è prossimo; odo le campane, il popolo tutto esulta.
Mentre gli occhi seguono la salda carena,
La nave severa ed ardita.
Ma o cuore, cuore, cuore,
O stillanti gocce rosse
Dove sul ponte giace il mio Capitano.
Caduto freddo e morto.

O Capitano, mio Capitano, levati e ascolta le campane.
Levati, per te la bandiera sventola, squilla per te la tromba;

Per te mazzi e corone e nastri; per te le sponde si affollano;
Te acclamano le folle ondeggianti, volgendo i cupidi volti.

Qui Capitano, caro padre,
Questo mio braccio sotto la tua testa;

È un sogno che qui sopra il ponte
Tu giaccia freddo e morto.
Il mio Capitano tace: le sue labbra sono pallide e serrate;

Il mio padre non sente il mio braccio,
Non ha polso, né volontà;
La nave è ancorata sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto.
Dal tremendo viaggio la nave vincitrice arriva col compito esaurito,
Esultino le sponde e suonino le campane!

[O Captain! My Captain!- Walt Whitman 1865]

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